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Il Kudzu, la radice alcalinizzante

2021-02-01 18:00

Isabella Vendrame

Il Kudzu, la radice alcalinizzante

Un antico rimedio arrivato a noi grazie alla cucina macrobiotica.

Un antico rimedio arrivato a noi grazie alla cucina macrobiotica.

 

Il Kudzu è una pianta che arriva dal Giappone e dalla Cina.

Una pianta perenne, che può raggiungere anche i 100 anni di vita e dalle radici molto forti e sviluppate.

La sua polvere, ricavata proprio dalle radici di questa pianta così comune in Asia, viene usata a scopo terapeutico da almeno 2000 anni; pare, infatti, che la traduzione cinese della parola kudzu significhi “eliminatore di tossine”.

 

L’uso di questa radice è arrivato a noi grazie alla diffusione della medicina cinese e della cucina macrobiotica un tipo di alimentazione orientale che ritiene il cibo un potente mezzo con il quale possiamo garantirci la salute.

 

Il kuzu è comunemente usato per calmare le irritazioni dell’intestino e dell’apparato digerente. Questo grazie alla sua naturale capacità di agire come un vero e proprio gastroprotettore. E’ quindi indicato in caso di reflusso o bruciori di stomaco. Questa radice agisce tamponando e assorbendo l’eccesso di succhi gastrici, lenisce le pareti dello stomaco e si comporta come antinfiammatorio. E’ inoltre in grado di sbloccare la stitichezza e allo stesso tempo di bloccare la diarrea riequilibrando l’intestino. 

Le proprietà benefiche non finiscono qui, poiché ciò che maggiormente caratterizza il kudzu è il fatto di essere un potente alcalinizzatore dell’organismo oltre che un tonico ed energizzante naturale.

Il kudzu, inoltre, è ricco di isoflavoni la cui caratteristica è quelle di agire sui neurotrasmettitori come la serotonina, stimolando la produzione di dopamina, allentando ad esempio il senso di dipendenza, cosa che rende questa radice un rimedio usato per contrastare dipendenze dal cibo, dalla cocaina e dal fumo. La ricchezza di isoflavoni ne fa anche uno strumento utile in menopausa per attenuare le vampate di calore!

 

Come usarlo come rimedio?

In caso di disturbi gastrointestinali si può sciogliere 1 o 2 cucchiaini di fecola di kudzu in un bicchiere d’acqua fredda o a temperatura ambiente che poi metteremo sul fuoco a far bollire un paio di minuti. Il kudzu si addensa un poco in cottura, ma è poi raffreddandosi che acquista una consistenza gelatinosa. Prendiamo un paio di cucchiai di questo “gel” prima dei pasti per qualche giorno fino a che sentiamo un miglioramento dei sintomi.

In questo caso, il kudzu è spesso associato all’umeboshi, la prugna dal sapore un po’ salato tipica cinese, alimento alcalino e potente antinfiammatorio. In questo caso, assumete il composto di acqua, kudzu ed umeboshi caldo come fosse una bevanda, preferibilmente al mattino a stomaco vuoto! In alternativa all’umeboshi potete aggiungere del succo di zenzero ottenuto con l’estrattore.

 

Come usarlo in cucina?

La capacità del kudzu di trasformarsi in gelatina una volta freddo, lo rendono ideale per addensare budini, salse e marmellate.

Simile come uso all’agar-agar, come prima cosa scioglietelo in acqua fredda. Una volta fatto questo si può aggiungere alla preparazione, al budino o alla crema ad esempio, lasciando alla fine raffreddare il tutto prima a temperatura ambiente poi in frigorifero per almeno 2 ore.

Come quantità sarà necessario regolarsi un poco, in linea generale va adoperato in una percentuale di circa il 10% in relazione ai liquidi (ad esempio: per 100 ml di liquido andranno utilizzati 10 gr di kudzu).

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