Facciamo chiarezza insieme alla dott.ssa Francesca Musaio, biologa nutrizionista.
Li troviamo spesso tra gli ingredienti dei prodotti gluten free, sulle etichette della pasta, dei biscotti e del pane. Ma li possiamo trovare anche all’interno di prodotti da forno non necessariamente senza glutine, come formaggi, pesce lavorato, molluschi e crostacei.
Hanno la dicitura E47, sono degli emulsionanti e stabilizzanti, aggiunti per dare consistenza e tenuta. Li avete mai notati? Vi siete mai chiesti cosa sono veramente e il loro effetto sulla nostra salute?
Facciamo chiarezza insieme alla dottoressa Francesca Musaio, biologa nutrizionista di Roma.
Da dove provengono i mono e digliceridi degli acidi grassi? Dagli scarti dell’industria olearia. Sono estratti da oli quali olio di palma, di cocco e di colza che contengono molti grassi saturi. Nelle etichette non troviamo indicazioni in merito, non è nemmeno obbligatorio specificare se si tratta di grassi vegetali o animali.
Sono talmente diffusi che il rischio è di consumare troppi prodotti che li contengono, poiché li possiamo trovare prima nei biscotti della colazione, poi nel pane del panino che mangiamo a pranzo e infine nella pasta che mangiamo a cena. Esiste un limite specificato per l’assunzione?
No, come invece c’è per gli acidi grassi trans per i quali è raccomandata la minore assunzione possibile, poiché associati a un aumento del rischio di malattia coronarica. In 77 categorie di alimenti, l’EFSA (autorità europea per la sicurezza alimentare) ha stabilito la presenza dell’E471 nella poco precisa quantità di quantum satis (QS) una sorta di "quanto basta". Non si tiene conto tuttavia che l’idrogenazione industriale e la deodorizzazione degli oli vegetali, porta proprio alla formazione di queste pericolose sostanze negli alimenti.
Quali sono gli effetti sulla nostra salute?
Si può ipotizzare, considerando gli studi condotti su altri emulsionanti, che possano causare una alterazione del prezioso microbiota intestinale.
Il nostro consiglio? Quello di leggere sempre le etichette!
E, se possibile, di comprare alimenti che contengano pochi additivi, limitando l’esposizione quotidiana a queste sostanze che necessitano ancora di studi approfonditi.
Si ringrazia la dott.ssa Francesca Musaio (foto)www.francescamusaio.it